Lula

Il territorio del Comune di Lula si trova nell’entroterra settentrionale della Provincia di Nuoro e si estende su una superficie totale di 148,56 Kmq, con una conformazione prevalentemente collinare – montuosa. 

Lula, in sardo Lùvula o Lùgula, secondo alcuni studi significa Sacro al Dio dei boschi. Le molteplici testimonianze di primitive attività antropiche sparse in tutto il territorio, dimostrano la presenza dell’uomo sin dai tempi arcaici del neolitico. Particolarmente significativi i ritrovamenti nelle cavità carsiche di Conca de Omines Agrestes e di Conca de Crapas nella montagna, oltre alle numerosissime domus de janas. La circostanza è probabilmente giustificata dalla spiccata propensione del sottosuolo allo sfruttamento dei giaci-menti minerari di blenda (zinco) e di galena (piombo argentifero). Sono state rinvenute inoltre diverse testimonianze appartenenti al periodo prenuragico e nuragico, che purtroppo, non sono state sottoposte, nel tempo, ad interventi di recupero.

SITI MINERARI A LULA

Lula ha un passato minerario legato allo sfruttamento delle miniere di Sos Enathos, Guzzurra, Sas Arghentarìas e Nurai. Tali siti, dedicati alle coltivazioni estrattive sin dai tempi più remoti, hanno avuto dei picchi di lavorazione nel periodo della dominazione romana, quando venivano inviati gli schiavi ebrei “ad metalla” e, successivamente nel secolo XIX°. Hanno poi subito una sospensione nel periodo dei due conflitti mondiali per poi essere riattivate nei primi anni ‘50 del novecento e quindi dismesse definitivamente alla fine degli anni ‘90. La storia di queste miniere è inoltre legata alle importanti lotte per la conquista dei diritti dei lavoratori. Nell’Aprile del 1899 iniziò proprio in questo luogo quello che è ritenuto il primo sciopero d’Italia, finito tragicamente alcuni anni dopo nelle miniere di Bugerru, centro minerario della Sardegna sud occidentale. Questi siti sono stati riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e fanno attualmente parte dei percorsi del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

LA CULTURA

In questi luoghi, fortemente caratterizzati da una cultura agro-pastorale rimangono ancora vive numerose tradizioni legate, in alcuni casi, a riti e feste religiose, come “Su punteddu de Sant’Antoni”, “Su batileddu”, maschera tradizionale riscoperta di recente, i riti della settimana santa e “s’incontru”, “Sa die de su Segnore” (corpus domini), le feste campestri di Settembre in onore di Nostra Signora del Miracolo, San Nicola da Tolentino e San Matteo, i riti e le usanze per la festività dei santi e dei morti, “su peti ‘arina” festa dedicata ai bambini l’ultimo dell’anno. Altrettanto cospicue sono le varietà di pani, dolci e piatti tipici e tradizionali che accompagnano queste occasioni di festa.

Nei mesi di Maggio e Ottobre si festeggia inoltre San Francesco di Lula. Il santuario campestre e l’omonima festa, famosa in tutta l’isola sono meta di pellegrinaggi e citati in numerose opere del premio Nobel Grazia Deledda. Vista la notevole importanza, da alcuni anni questa festa è stata inserita all’interno dei “Grandi Eventi” promossi dalla Regione Autonoma della Sardegna.

mont'albo

L’ambiente naturale è uno dei più affascinanti dell’isola. Uno dei siti più interessanti da esplorare e conoscere è il Monte Albo, che si estende per circa 8000 ettari, dove è presente una fitta vegetazione, costituita prevalentemente da boschi naturali di leccio, ma anche da ginepri, da maestosi fusti di tasso, da corbezzoli e lentischi, sughere, e roverelle, in particolare nelle zone protette e nei complessi  boschivi  di “Sae Tamponi”. In mezzo a questi vivono alcune centinaia di esemplari di muflone, cinghiali, volpi, martore, lepri, la felix sarda e dove nidificano alcune coppie dell’ aquila reale sarda.

Ricco di falesie, faglie, doline, grotte e voragini, Su Monte, com’è chiamato dai lulesi, è un’area di notevole importanza naturalistica per la singolarità della quasi totale assenza di viabilità motorizzata e la scarsa antropizzazione, che hanno permesso la conservazione quasi incontaminata della natura, consentendogli di custodire circa un terzo degli endemismi vegetali della Sardegna oltre a numerose specie endemiche animali tra cui il ‘fossile vivente’ conosciuto con il nome di GEOTRITONE del MONT’ALBO (Speleomantes Flavus), per cui negli anni ’90 del secolo scorso è stato dichiarato dall’Unione Europea come Sito di Interesse Comunitario (area SIC).